Knight vs. snail
Nei manoscritti miniati possiamo trovare tutte le più strane illustrazioni possibili e immaginabili, da conigli giganti a un uomo incappucciato che cova delle uova, ma un tema ricorrente attira l’attenzione di molti storici.
Nei margini di molti manoscritti possiamo, infatti, trovare cavalieri intenti a combattere delle lumache. La situazione sembra alquanto strana. Perché dei coraggiosi cavalieri dovrebbero combattere un animaletto di pochi centimetri? Molti hanno cercato di trovare la risposta.
Una tra le soluzioni più accreditate è che queste immagini ai lati delle pagine devono essere ricondotte agli stereotipi del tempo. Uno tra questi stereotipi riguarda i Longobardi, visti come avari, meschini e codardi.
I Longobardi erano una tribù germanica che invase l’Italia del Nord dopo la caduta dell’Impero Romano. Pur essendo una tribù guerriera nel 770 d.C. circa vennero sconfitti da Carlo Magno e iniziarono a spostarsi in tutto il continente.
Nel periodo in cui queste illustrazioni iniziarono ad essere dipinte, 1290-1325 d.C. i “Lombardi” erano diventati usurai e banchieri sparsi in tutta Europa. Essendo stranieri non avevano pieni diritti e non potevano neppure possedere armi, ma nonostante tutto avevano il potere conferitogli dal denaro.
Questa combinazione di potere e impotenza li fecero bersagli della satira e “lumaca” divenne l’insulto più appropriato. Le lumache portano la propria casa sul dorso per potercisi riparare, come i Lombardi dopo essere stati sconfitti da Carlo Magno e sono viscide come molti europei pensavano fossero i loro creditori.
Chiamare i lombardi lumache era una sorta di insulto “anti-stranieri” dell’epoca. Col tempo, però, le lumache iniziarono a simboleggiare l’avarizia e la viltà distaccandosi dalla loro significato ingiurioso.
Queste immagini di cavalieri che combattono contro delle lumache possono essere lette come una lotta tra i “bassi” ideali dell'avarizia e dell'egoismo e gli “alti” ideali cavallereschi della generosità della virtù e della gentilezza.
All'epoca gli amanuensi ricopiavano i libri per conservarli, senza quindi dare alcun contributo all’opera finita. L'unico spazio bianco lasciato loro erano i margini e proprio lì si sbizzarrivano a creare con le immagini allegorie dei loro pensieri. Questi disegni erano pura fantasia, ma erano fatti da artisti che cercavano di prendere in giro le assurdità e le ingiustizie del loro mondo. Trasformarono quegli spazi bianchi nei loro autoritratti. Tramite questi bellissimi disegni, quindi, possiamo ancora ascoltare la voce di chi ha conservato per noi questi preziosi manoscritti.
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